Io e mia nonna #2

Sono sicura di avervi già parlato di mia nonna.

Mia nonna è un soggetto.

Una donna di quelle di “una volta”, di quelle che “non ne nascono più”, le casalinghe dedite al marito e alla casa. Quelle donne gioiose senza rimpianti o frustrazioni.

Mia nonna conosce qualsiasi film western esista, e per “li conosce” non intendo “ne conosce la trama” ma vuol dire che se tu le chiedi “nonna che cosa succede se un uomo con la pistola incontra un uomo con il fucile?” lei ti risponde pronta “l’uomo con il fucile è un uomo morto”!

Mia nonna quei film li conosce perché piacciono a mio nonno e vederli insieme era un modo di renderlo felice. Non credo che i miei nonni abbiano mai visto la televisione separati in 57 anni di matrimonio.

Mia nonna pulisce la casa come uno specchio ogni giorno, stira qualsiasi superficie di stoffa stirabile compresi gli strofinacci e le mutande, mette a bollire il sugo la mattina alle 8 (se si tratta di ragù anche il giorno prima) e cucina sempre per il doppio o il triplo delle persone previste perché “non si sa mai”.

Mia nonna mi ha regalato la chiacchiera, la saggezza, una vena di pazzia ed il mio metabolismo incredibile, allenato da 31 anni di pranzi composti da 4 portate più dolce e caffè con la panna.

Mia nonna mi ha cresciuta così a suon di sberle, prediche infinite, odio antifascista, disprezzo per Berlusconi, tagliatelle fatte in casa, olive ascolane, crostate di pastafrolla e lezioni di vita, spesso racchiuse in un pugno di detti popolari venuti da chissà dove che io uso quotidianamente.

Eccone una sparuta rappresentazione.

1) Male non fare e paura non avere.

Comportati sempre bene e sii a posto con la tua coscienza. Così facendo non dovrai avere mai paura di nulla nè sentirti in colpa per niente. E se gli altri si comporteranno male con te, non ci farai nemmeno caso perché è un problema loro. (Sperimentato quotidianamente. Funziona.)

2) Fai del bene e scordati, fai del male e pensaci.

Non fare del bene pensando che ti possa tornare indietro. Fallo e dimenticatene. Se invece fai del male alle persone, pensaci su. Perché ti tornerà indietro sicuramente (testata personalmente. Tutto vero).

3) Non discutere col porco perché perdi tempo e infastidisci il porco. Rivisitazione della più famosa “A lavà la testa de lu somare pierde tiempe e sapò” (A lavare la testa all’asino perdi tempo e sapone).

Non perdere tempo a discutere con le persone che non vogliono (o non possono) capire quello che tu vuoi dire loro. Tu perdi tempo e loro si infastidiscono e basta (la regola aurea consiste nel ragionare solo con coloro che hanno un quoziente intellettivo pari o superiore al vostro. Gli stupidi ignorateli. Vi inquinano).

4) Fai del bene al porco che ti rivolta il trocco.

Non importa quanto tu possa trattare bene certe persone. Loro continueranno a non apprezzarlo (quindi direi che sia il caso di smettere e di cominciare a prenderli a pizze in faccia, o no?)

5) Ci siente cerqua ‘nda tona? O anche “ce siente cerqua n’da tagghia ssa’ccetta? (Senti, quercia come tuona? Senti quercia come taglia questa ascia?)

E’ la variante ascolana del più classico “te l’avevo detto!” (la frase che preferisco dire e quella che maggiormente odio sentire)

6) Lu munne è rotondo e gira. Somare miè qua dovrai ripassà. (Il mondo è rotondo è ruota in continuazione. Asino mio prima o poi dovrai ripassare qui).

Non importa quanto tu mi abbia fatto male. Non importa cosa tu mi abbia fatto. Prima o poi tornerai da me (e pagherai tutto e caro).

7) Pè conosce bene na persona ci dive magnà insieme sette sacchi de sale. (Per dire di poter conoscere una persona devi mangiarci insieme sette sacchi di sale)

Non potrai mai essere sicuro di conoscere davvero una persona. Le persone non finisci mai di conoscerle. (Quanto è vero).

Mia nonna spacca.

E se solo potesse, vi inviterebbe tutti a cena.

Sarebbe un momento bellissimo per voi, vi assicuro.

T.

4 pensieri su “Io e mia nonna #2

  1. Sei molto fortunata ad avere una nonna così. Le prendo in prestito qualche proverbio da usare all’abbisogna, se non le spiace 😉

    PS: l’uomo che muore è quello con la pistola, non quello col fucile

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