Spinoza (e tre)

Vi aspetto tutti!

L’uccellino mi ha detto che dopo la presentazione del nuovo Spinoza, presso la stand Aliberti ci sarà la festa de “Il Male” con Vauro e Vincino e tutti noi dello staff.

Vauro firmerà le copie di Vade Retro e Vincino parlerà un sacco dei bei tempi andati.

Noialtri saremo quelli con il bicchiere in mano.

A domani (se non mi chiederete un autografo vi spaccherò il bicchiere in testa)

Marissa.

Simply The Best

Il Fenomeno è una specie umana che non vorresti mai incontrare nella vita salvo ben presto accorgerti che non puoi.

Perché il Fenomeno è ovunque.

Il Fenomeno è ben distribuito sul tutto il territorio mondiale ed è fastidiosamente democratico: puoi trovarne graziosi esemplari ad ogni latitudine e longitudine, in qualsiasi agglomerato umano, grande o piccolo che sia ed in tutte le classi sociali. Il Fenomeno può essere maschio o femmina, bello o brutto, ricco o povero, bianco o nero, religioso o ateo, laureato o analfabeta.

Esiste infatti una sola categoria di persone nella quale non si è mai trovata traccia di “fenomeno” ed è quella poco numerosa, ostracizzata, sbeffeggiata e  ridicolizzata delle persone dotate di spiccata intelligenza.

In qualsiasi altro luogo il Fenomeno c’è ed è fermamente convinto di essere migliore di te.

E di chiunque altro.

Ovviamente.

Fenomeni non si diventa. Fenomeni si nasce.

Il Fenomeno tenta di mimetizzarsi ma non può riuscirci: le sue caratteristiche, ben specifiche e perfettamente delineate lo rendono, per fortuna, facilmente riconoscibile.

Il Fenomeno è innanzitutto un latin lover: a suo dire ha avuto un milione di avventure con fighe pazzesche disseminate su tutto il globo terracqueo che non potendo dimenticare la sua prestanza e la sua imbattibilità sotto le lenzuola continuano a tormentarlo assiduamente appostandosi sotto la sua abitazione, costringendolo a lunghe e pietose telefonate innaffiate dalle lacrime e pedinandolo abilmente.

(in realtà è una persona parecchio ordinaria, sta perdendo i capelli o acquistando la panza  o se donna si sta piano piano ritrovando tette e culo al piano terra. E lo sa.  A letto è assolutamente egoista, poco dotato – in ogni senso – , privo di fantasia e di iniziativa. Un po’ il Furio della questione insomma, o la povera Magda prima di incontrare il tizio baffuto. Ha avventure prive di significato da anni sempre con le stesse persone prive di significato perché guardarsi intorno è troppo faticoso o comunque del tutto inutile. Con queste persone cuscinetto tenta di riempire la sua vita che, per restare in tema è priva di significato. Perché queste persone sono come Lui. Incapaci pure di scaldarti il letto).

Il Fenomeno non si è mai innamorato. Lui non è fatto per queste cose. E’ uno spirito libero che non può piegarsi alla routine di coppia nè ai capricci del partner. Guarderà sempre e comunque i suoi amici accoppiati con uno sguardo misto di disprezzo e compassione. Perché per il Fenomeno essere single è uno stile di vita.

(in realtà si è innamorato e follemente e ha preso una sportellata – o più – per la quale ancora oggi sta sputando sangue e denti. E gli sguardi che vi manda, signori, sono di invidia. Perché sa bene che lui non potrà mai in tutta la sua vita, portare avanti una relazione, essendo privo della quota base di coraggio quella necessaria che ci vuole per buttarsi).

Il Fenomeno ha letto tutti i libri presenti nella Biblioteca di Babilonia ed in quella dei Libri Perduti, in quel di Barcellona. Ha anche ascoltato tutti i dischi pubblicati – compresi i b side introvabili – ha visto tutti i concerti, i film, gli spettacoli teatrali e le manifestazioni sportive del mondo. Lui c’era quando sparavano a John Lennon, esultava mentre Zoff alzava la coppa del Mondo e l’anno in cui Pantani ha vinto Tour e Giro è riuscito anche a fregargli la borraccia.

(in realtà benedice giorno e notte l’invenzione di Google e Wikipedia senza i quali sarebbe perduto. Il Fenomeno posta le canzoni indie su Fb digitando il nome del gruppo scoperto tramite Shazam su Youtube e postando il primo risultato.  E per fare il check in a Fiumicino ha bisogno dell’accompagno)

Il Fenomeno sa tutto. E’ esperto di ogni cosa. Non esiste argomento sulla faccia della terra che il Fenomeno non sia in grado di affrontare e problema che non sia in grado di risolvere. Il Fenomeno capisce tutto. Lui scinde l’atomo e colloquia amabilmente di poesia e di massimi sistemi passando per l’entusiasmante racconto di Ozzy Osbourne che stacca di netto la testa ad un pipistrello e di quella volta che Dente gli ha offerto da bere perché agli esordi in quella cantina al concerto erano in tre.

(in realtà il Fenomeno è stupido. E come tutti i saggi sanno, l’ignoranza è temporanea mentre la stupidità é per sempre. Non importa quanto sia enciclopedica la sua cultura e profonda la sua preparazione. Il suo cervello gira ad una velocità più bassa rispetto a quella delle persone intelligenti.Il Fenomeno risponde sempre “Eh?”.  Il Fenomeno non ci arriva anche se fa finta di sì. Ma non riesce ad ingannare nessuno, tranne quelli come lui.

Il Fenomeno ha sempre ragione. E’ infallibile. Quello che esce dalla sua bocca è oro colato, quello che pensa è sempre giusto, le sue convinzioni sono sempre esatte. Se il Padreterno scendesse sulla Terra e dicesse al Fenomeno “stai sbagliando” il Fenomeno gli risponderebbe spocchioso “scansati capellone”.

(in realtà il Fenomeno è una persona insicura, codarda, estremamente ignava, incapace di schierarsi, di dire la propria, di esprimere un’opinione forte, discordante dalla massa. Il Fenomeno parla seguendo ciecamente i suoi guru – ovviamente persone più sfigate di lui, se possibile – ripetendo a pappagallo discorsi preconfezionati, mettendosi in bocca parole auliche di cui a malapena conosce il significato. Il Fenomeno sta sempre dalla parte più conveniente ed è fortemente invidioso delle persone coraggiose. Perché lui vorrebbe. Ma non può. 

Il Fenomeno è un lord inglese. William gli fa un baffo. Lui non sbaglia mai. E’ sempre perfetto, in ogni occasione. Non è mai fuori posto. Non esagera mai. Il Fenomeno non parla con la bocca piena, non mastica a bocca aperta, non sbatte il bicchiere sul tavolo, parla a bassa voce. Il Fenomeno è morigerato, impeccabile, irreprensibile.

(in realtà il Fenomeno è un cafone. Non si sa vestire, non si sa comportare, si toglie il cibo tra i denti con il dito, strilla come un’aquila, dice un sacco di parolacce, diventa molesto quando beve e soprattutto si fa vedere in giro con certe tipe che nei modi, nell’atteggiamento e nel modo di esprimersi, ricordano pericolosamente  le graziose signorine che popolano le tangenziali e le strade secondarie di tutta Italia. Con tutto il rispetto. Per le graziose signorine. 

Il Fenomeno è un radical chic. Il Fenomeno non va a votare e ci tiene a farlo sapere a tutti. Il Fenomeno disprezza l’intera classe politica e la sua frase preferita è “tanto sono tutti uguali”. Il Fenomeno parla male di Travaglio e Santoro perché sono faziosi, di Saviano perché in fondo è interessato alla politica e perché ha fatto i soldi scrivendo un libro che è diventato un best seller, di Benigni perché è comunista, di Berlusconi perché va a mignotte, di Fini perché è stato fascista e di Casini perché è cattolico. Parla male anche del Papa e di Grillo perché va tanto di moda.

(in realtà il Fenomeno non capisce nulla di politica perché ragionare troppo costa fatica e schierarsi da una parte potrebbe nuocergli gravemente alla salute, alla carriera, alla reputazione. Il Fenomeno è stato visto correre dietro ad un vessillo grigio, tormentato dalle vespe in quel dell’Antinferno. Il Fenomeno non guarda in faccia nessuno e scivola dritto verso il suo pietoso obiettivo calpestando amici, parenti e affini. Il Fenomeno invidia fortemente chi è migliore di lui. Cioè il resto del mondo)

Ora che conoscete tutte le caratteristiche del Fenomeno, non vi sarà difficile individuarlo e   dedicarvi allo sport preferito di quelli che Fenomeni non sono: prenderlo in giro e continuare ad ingrassare il suo ego a fini di LOL.

Se durante la lettura, soffermandovi su alcuni dei punti trattati vi siete riconosciuti seppure in parte nella descrizione da me fornita  e vi state facendo un esame di coscienza in merito, potete stare tranquilli. Il Fenomeno una coscienza non ce l’ha, quindi siete salvi.

Se invece, dopo aver letto, state pensando “ma con chi ce l’ha questa?” iniziatevi a porre qualche domanda.

Se, infine, siete arrabbiati a morte con me perché avete capito che sì, questo post è rivolto direttamente a voi nemmeno troppo velatamente, beh, congratulazioni.

I migliori siete voi.

T.

Ps: la società maschilista mi impone di parlare di Fenomeno ma ovviamente tutto il discorso può e deve essere riferito anche alla Fenomena. Che c’è, esiste e lotta insieme a noi.

Ps2: questo post è dedicato a Marilù e Carletta. Che odiano i Fenomeni tanto quanto me.

T.

“Piccoli problemi pratici”

Capita che sia mercoledì e che come sempre si vada al cineclub a vedere un film che ha vinto il Leone D’Oro mica pizza e fichi.

Capita che l’amico che fa la strada insieme a te sia in anticipo sulla (sua) tabella di marcia e che dunque salga a prendere un caffè a casa tua.

Capita che dopo il film, con altri amici, si decida di andare a bere qualcosa per fare finta almeno di avere una vita sociale non troppo nerd.

Capita che davanti a 3 Irish Coffèe, una porzione di mozzarelline fritte e una piadina, l’amico astrologo dica a te e all’amico di cui sopra che per voi capricornini domani (oggi ndr) sarà una giornata piena di “piccoli problemi pratici”.

Capita che mentre torni a casa, ovviamente dopo la mezzanotte, cerchi nella borsa e ti accorgi di non avere le chiavi.

Capita che il tuo amico scopra in quel momento di aver lasciato le chiavi di casa sua a casa tua.

Capita che ci siano – 5 gradi e che domani puliscano le strade e che quindi la tua auto sia parcheggiata a casa di Cristo.

Capita che ambo i tuoi genitori abbiano il telefono spento.

Capita che tu debba chiamare alle ore 01:19 a casa dei tuoi.

Capita che tuo padre risponda assonnato e pronto a sentirsi dire che il tuo cadavere è stato ritrovato a pancia in sotto nel fiume Tronto.

Capita che dopo aver recuperato le chiavi di casa custodite gelosamente da tua mamma e un po’ di colore in faccia, il tuo amico disgraziato quanto te, annunci solennemente “a me sembra che le chiavi fossero nella toppa quando siamo usciti”. Che tradotto vuol dire “puoi avere tutte le chiavi del mondo ma quella serratura non si aprirà mai”.

Capita che nel tragitto Villa Pigna/Porta Romana, voi due iniziate a pensare alle varie opzioni: “speriamo che il mio amico Tizio che fa il pompiere sia di turno”, “andiamo nella sala d’aspetto del pronto Soccorso almeno c’è caldo”; “io alla pensione Pavoni mi vergogno che così, senza bagagli né niente, già mi immagino la faccia della tipa che ci da le chiavi mentre pensa che siamo due disgraziati con prole a casa e consorti cornuti”, “possiamo fare i ripuliti e andare all’Hotel Marche”!!!

Capita che dopo essere passata per garage, scavalcando mille avversità e 4 biciclette, la porta di casa tua si apra senza troppi intoppi.

Capita che siano ormai le 02.30 e che tu sia sfinita ma che per fortuna ti venga da ridere.

Capita che oggi, dopo 33 anni, TI FARAI TOGLIERE L’INVIDIA PER LA PRIMA E SI SPERA ULTIMA VOLTA DELLA TUA VITA.

T.

PS: Carissimi iettatori/idioti che vi ostinate ad odiarmi/invidiosi di ogni sorta/frustrati privi di vita sociale, coraggio, personalità, intelligenza.

A voi parlo.

Vi ostinate a mandarmi colpi che si traducono in chiavi dimenticate, capitomboli in bicicletta e auto i cui circuiti elettrici vanno in tilt.

Ma non mi conoscete abbastanza da sapere che se inizio a mandare i colpi io minimo finirete all’ospedale con le gambe rotte?

Smettetela, perché se non lo fate, vi assicuro che le mie maledizioni vi ammazzeranno molto prima dei Maya.

PS2: la chiave era nella toppa.

PS3: l’amico sfigato consigliava di intitolare il codesto post “Notte Infaust” ma l’ho menato io per voi tutti.

(ponti d’oro al nemico che fugge)

Finiscila.

Tutti gli aerei che prendi, i treni su cui sali, gli autobus che rincorri e le distanze che frapponi, non basteranno a tenerti davvero lontana.

Al sicuro.

Impegnati quanto ti pare, macina migliaia di chilometri, scappa un po’. 

Tanto nessun posto è abbastanza lontano. 

Ti sei mai chiesta quanto deve andare lontano una persona per fuggire veramente?

Anche la Cina è troppo vicina.

Non credere.

Affannatevi pure eh, fatelo entrambi.

Tanto non ci riuscirete mai.

(mail ricevuta il giorno in cui ho comunicato ad una persona cara la mia prossima meta)

Try Again

Sapete qual è la cosa più divertente del mondo?

Darsi un obiettivo e raggiungerlo in due giorni, 4 status, 3 commenti e un tweet.

Sapete qual è la cosa più triste del mondo?

Il tizio che ci casca.

Al volo.

I win.

Come sempre.

Auhauhauhauha 😉

(e adesso amico mio ci incontriamo a metà strada sull’Adriatico. E me la paghi quella cena di pesce. Così impari a dire che avrei raggiunto il mio obiettivo in una settimana.

In una settimana Dio ha creato il mondo. Figuriamoci se ci mettevo una settimana a cucinare un pollastro! Due giorni sono anche troppi auhauhauha).

E comunque “La tua capacità di far impazzire la gente senza fare un cazzo mi spaventa” diventa l’sms del mese di Giugno.

Ps: scusatemi, questo post lo capiamo in 3, ma nel “pacchetto scommessa” era compreso anche il post della vittoria. O della sconfitta. Peccato che HO VINTO e per stanotte non la smetterò più di ridere 😀

 

Sì! La vita è tutta un film!

Interno, mattina, una moltitudine di persone, un ragazzo e una ragazza parlano per motivi di lavoro, lui la guarda con insistenza come se dovesse capire qualcosa.

Lui “scusami se ti fisso, ma io ti conosco ti ho visto da qualche parte”

Lei “no, guarda, non mi pare proprio”

Lui “sì, sì ne sono certo, solo non ricordo dove!

Dopo un po’, lui, con l’espressione classica di colui al quale si è appena accesa una lampadina in testa.

Lui “ah ecco, adesso mi ricordo! Tu sei la matta della Smart!”

Lei (dubbiosa) “come la matta della Smart?”

Lui (soddisfatto) “sì sì adesso ricordo! Tu sei quella di questa estate! Quella che a momenti non mi incollo allo stadio!”

Lei (basita) “come???”

Lui (ridendo) “auhauhauha ma non ti ricordi? Tu sei la tizia che questa estate o poco dopo, comunque faceva ancora caldo, ha deciso di suicidarsi attraverso me allo stadio! Erano le sette, sette e mezza di domenica mattina e tu mi stavi davanti con una smart. Stavi andando verso Piazza Immacolata ed io ti stavo sorpassando sulla corsia di sinistra, poi tu hai sterzato e mi hai invaso la corsia! Momenti non ti entro dentro con la macchina! Abbiamo fatto una frenata pazzesca! Quando ci siamo fermati ho abbassato il finestrino per insultarti! Mi è preso un colpo! Abbiamo sfiorato una botta incredibile! Non ti ricordi?”

Lei (sempre più basita) “oddio sì! Avevo rimosso! Mamma mia che paura!”

Lui (ridendo sempre più forte) “tu paura? Io me la sono fatta sotto! A momenti non ti entro dentro! La cosa che mi è rimasta impressa però, è che quando io ti ho urlato contro tu, con la musica appalla in sottofondo, sei scoppiata a ridere come una folle e mi hai detto << scusa, scusa, scusa, hai ragione, ma sono talmente felice in questo momento che non capisco un cazzo, nemmeno dove vado! >> E avevi una faccia, ma una faccia, che non ho avuto il cuore di mandarti affanculo come ti saresti meritata!!!”

Lei (imbarazzata con la vocina sottile) “sìsì, adesso mi ricordo”

Lui (collassato) “oh bella, ma quello che io ti voglio chiedere no, cioè, non voglio sapere perché eri così contenta, quelli sono fatti tuoi, però, toglimi sta curiosità, dove cazzo andavi così contenta e arzilla alle sette di domenica mattina?”

Lei “…”

Vaglielo a spiegare che se per lui era domenica mattina, per lei era appena finito uno splendido (a quanto pare) sabato sera.

E che ripensandoci, beh, c’era parecchio da ridere.

Cambio vita?

Ecco.

E pensare che uno dei miei propositi per il 2011 era seccamente “cambiare vita“.

Niente più aperitivi selvaggi fino alle 23 del Venerdì sera, niente sigarette random, niente alimentazione a base di tartine da aperitivo ma vita sana, acqua liscia e tanto sport (ed un cappio, eventualmente).

Era tutto pronto.

Invece la scienza mi viene in aiuto.

L’intelligenza è un bene prezioso ed elitario.

Io non me la sento di sprecarla.

Poi, fate voi.

 

Io e mia nonna #2

Sono sicura di avervi già parlato di mia nonna.

Mia nonna è un soggetto.

Una donna di quelle di “una volta”, di quelle che “non ne nascono più”, le casalinghe dedite al marito e alla casa. Quelle donne gioiose senza rimpianti o frustrazioni.

Mia nonna conosce qualsiasi film western esista, e per “li conosce” non intendo “ne conosce la trama” ma vuol dire che se tu le chiedi “nonna che cosa succede se un uomo con la pistola incontra un uomo con il fucile?” lei ti risponde pronta “l’uomo con il fucile è un uomo morto”!

Mia nonna quei film li conosce perché piacciono a mio nonno e vederli insieme era un modo di renderlo felice. Non credo che i miei nonni abbiano mai visto la televisione separati in 57 anni di matrimonio.

Mia nonna pulisce la casa come uno specchio ogni giorno, stira qualsiasi superficie di stoffa stirabile compresi gli strofinacci e le mutande, mette a bollire il sugo la mattina alle 8 (se si tratta di ragù anche il giorno prima) e cucina sempre per il doppio o il triplo delle persone previste perché “non si sa mai”.

Mia nonna mi ha regalato la chiacchiera, la saggezza, una vena di pazzia ed il mio metabolismo incredibile, allenato da 31 anni di pranzi composti da 4 portate più dolce e caffè con la panna.

Mia nonna mi ha cresciuta così a suon di sberle, prediche infinite, odio antifascista, disprezzo per Berlusconi, tagliatelle fatte in casa, olive ascolane, crostate di pastafrolla e lezioni di vita, spesso racchiuse in un pugno di detti popolari venuti da chissà dove che io uso quotidianamente.

Eccone una sparuta rappresentazione.

1) Male non fare e paura non avere.

Comportati sempre bene e sii a posto con la tua coscienza. Così facendo non dovrai avere mai paura di nulla nè sentirti in colpa per niente. E se gli altri si comporteranno male con te, non ci farai nemmeno caso perché è un problema loro. (Sperimentato quotidianamente. Funziona.)

2) Fai del bene e scordati, fai del male e pensaci.

Non fare del bene pensando che ti possa tornare indietro. Fallo e dimenticatene. Se invece fai del male alle persone, pensaci su. Perché ti tornerà indietro sicuramente (testata personalmente. Tutto vero).

3) Non discutere col porco perché perdi tempo e infastidisci il porco. Rivisitazione della più famosa “A lavà la testa de lu somare pierde tiempe e sapò” (A lavare la testa all’asino perdi tempo e sapone).

Non perdere tempo a discutere con le persone che non vogliono (o non possono) capire quello che tu vuoi dire loro. Tu perdi tempo e loro si infastidiscono e basta (la regola aurea consiste nel ragionare solo con coloro che hanno un quoziente intellettivo pari o superiore al vostro. Gli stupidi ignorateli. Vi inquinano).

4) Fai del bene al porco che ti rivolta il trocco.

Non importa quanto tu possa trattare bene certe persone. Loro continueranno a non apprezzarlo (quindi direi che sia il caso di smettere e di cominciare a prenderli a pizze in faccia, o no?)

5) Ci siente cerqua ‘nda tona? O anche “ce siente cerqua n’da tagghia ssa’ccetta? (Senti, quercia come tuona? Senti quercia come taglia questa ascia?)

E’ la variante ascolana del più classico “te l’avevo detto!” (la frase che preferisco dire e quella che maggiormente odio sentire)

6) Lu munne è rotondo e gira. Somare miè qua dovrai ripassà. (Il mondo è rotondo è ruota in continuazione. Asino mio prima o poi dovrai ripassare qui).

Non importa quanto tu mi abbia fatto male. Non importa cosa tu mi abbia fatto. Prima o poi tornerai da me (e pagherai tutto e caro).

7) Pè conosce bene na persona ci dive magnà insieme sette sacchi de sale. (Per dire di poter conoscere una persona devi mangiarci insieme sette sacchi di sale)

Non potrai mai essere sicuro di conoscere davvero una persona. Le persone non finisci mai di conoscerle. (Quanto è vero).

Mia nonna spacca.

E se solo potesse, vi inviterebbe tutti a cena.

Sarebbe un momento bellissimo per voi, vi assicuro.

T.

Vista l’ora

Stavo per scrivere un articolo dei miei.

Un articolo un po’ triste, cervellotico, denso di metafore, di parole scelte con cura, parole che avrebbero colpito e affondato.

Poi è spuntata la notifica rossa di Skype, così, dal nulla.

Perché non sono l’unica nottambula del mondo. Siamo tantissimi in realtà.

E così sono stata coinvolta nella chat più pazza degli ultimi mesi. Rido come una pazza da 13 minuti mentre il mio degno compare sta scegliendo una canzone per voi.

Questa.

La dedico a tutti voi specialmente a chi vivacchia e tira a campare invece di togliersi la maschera e iniziare a vivere.

Il coraggio è una cosa meravigliosa.

Provare per credere.

(Un ringraziamento speciale va al mio amico nottambulo. Per tante ragioni. Stasera perché ha scelto la canzone)

 

Spatapapam

I miei amici Fabio e Lella si sentono un po’ emarginati e soli ultimamente perchè mancano di una cosa ormai essenziale per il progresso dell’umanità tutta.

Il blog.

Ma dove vai se il blog non ce l’hai?

Ti compri un paio di mutande nuove e vuoi farlo sapere a tutti? Apri un fashion blog.

Viaggi come un pazzo e vuoi che tutti ti lancino macumbe e ti  provochino un uragano a gennaio a Zanzibar? Apri un travel blog.

Pensi si essere un novello Leopardi, sei sempre depresso e canti alla luna? Apri un blog di poesia.

Vuoi lanciare frecciatine odiose al tizio che ti piace tanto e che esce con quella bionda insulsa con le gambe che le arrivano al mento, sì, ma che non sa nemmeno cosa sia un blog? Fagli sapere quanto sei felice con il figo intelligente, ricco e bello con cui stai uscendo tu.

Faglielo sapere dalle pagine del tuo blog, ovviamente.

Ora voi potrete obiettare che per tutto questo c’è il semprecaro Facebook.

E invece no.

Perchè su Facebook, le foto, gli status frecciatina, le canzonidedicanascostamanontroppo, gli sberleffi e le note  andranno perdute come le famosissime lacrime nella pioggia. Sul blog  invece rimane tutto, nero su bianco e se aggiungi tra le opzioni un bel tasto “search” ci metti anche un istante a trovarlo.

I blog sono belli perchè significano soprattutto una cosa: libertà di dire quello che ci pare, quando ci pare e come ci pare. Quelli che leggo assiduamente li trovate nel mio blogroll a destra ma oggi voglio evidenziarvene 4.

In rigoroso ordine alfabetico:

“Ci ho il bloggo esistenziale”

Pensate che me ne capitino di tutti i colori? Che io sia una pazza scatenata?  Una cazzona isterica ma in fondo meravigliosa? Soprattutto, vi piace il mio blog? Allora amerete questo qui. Riderete fino alle lacrime ve lo garantisco grazie alla Cocchi e alle sue mirabolanti disavventure. Eccezionalmente, adesso in diretta da Londra.

E c’è anche tanta bella musica che non guasta mai.

“Due ricche porzioni”

Abitate da soli? Siete single? Le buste di risotti liofilizzati e  i vasetti di sugo pronto sono i vostri migliori amici? La cucina sana non sapete nemmeno cosa sia? Mangiate velocemente davanti alla tv? Soprattutto, non sapete cucinare o non ne avete il tempo o la voglia? Questo è il vostro blog. Il suo proprietario è un martire che quotidianamente si immola per voi e assaggia tutto l’assaggiabile. A patto che sia racchiuso in una busta, un vasetto, una latta o una scatola. Imperdibile.

“L’angolo di Andrea”

Pensate che il vostro pessimo umore sia dovuto al famigerato Saturno contro? Che la luna influenzi le vostre giornate? Che il sole stravolga il vostro segno? Per voi la casa non è fatta solo di 4 mura, i gemelli non sono solo due persone uguali e i pesci non stanno nella boccia? Bene, siete capitati nel posto giusto e con la persona giusta. Che di astrologia ne sa perchè ne studia. E che ha il merito di avermi fatto leggere il primo oroscopo della mia vita. E che non vede l’ora di farmi il quadro astrale per dirmi che la mia sfiga finirà a gennaio e che entro breve incontrerò il principe non azzurro ma turchese con la quale vivrò felice e contenta tra un piatto volante e l’altro.

Non perdetevi i suoi oroscopi trisettimanali (più o meno).

“Quando si spara si spara, non si parla”

Vi piace il cinema? Le luci che si spengono, l’oscurità della sala, i trailer prima del film ed infine quel paio d’ore che sono un condensato di emozioni, risate, lacrime, orrore, spavento, amore, morte o oblio? Vorreste qualcuno con cui condividere le vostre sensazioni una volta concluso lo spettacolo? Se la risposta è sì, siete fortunati perchè avete trovato qualcuno che vuole condividere le sue con voi. Da un punto di vista  solitario e originale. Se non è una recensione quella che state cercando ma un condensato di sentimenti che traboccano trasformandosi in parole, se non volete sapere perchè la trottola gira ma vi emozionate quando passa il treno, se non cercate soluzioni e razionalità ma sensazioni che non hanno nè un nome nè una spiegazione, fermati e leggete.

In ogni caso, buon divertimento.

PS : Fabio e Lella sono due persone sagge. I pazzi siamo noi. E loro lo sanno ma ci vogliono bene lo stesso. Forse ci vogliono bene per questo.

T.